mercoledì 18 aprile 2012

il primo rapporto con il mio ex-marito


Il mio ex-marito era, anzi è, una persona molto affascinante e sexy.

Fin da piccoli abbiamo vissuto nello stesso quartiere, ma non ci siamo mai frequentati molto, in quanto lui ha tre anni più di me ed era molto amico di mio fratello, per questo, per molto tempo sono stata per lui quasi come una sorellina minore o una cugina.

La prima volta che entrò in casa mia io avevo tredici anni, ero ancora bassetta,
un po grassottella e indossavo i classici vestiti da bambina, quelli per intenderci che comprano le mamme ai figli non tenendo conto degli anni che passano. Lui quasi non mi notò.

Come tutte le ragazzine del quartiere ero perdutamente innamorata di lui, fu sicuramente la mia prima cotta adolescenziale, quella che non ti fa mangiare e che ti porta a scrivere mille volte il suo nome sul diario.

Intanto gli anni passavano,finalmente sviluppai, assumendo le caratteristiche di una donna, e cominciavo ad avere le mie prime esperienze.

Una domenica di ottobre del 1986 mi trovavo da sola a casa perché i miei genitori erano dovuti andare fuori città a vedere una partita di calcio di mio fratello. Intorno alle due e trenta di pomeriggio sentii bussare alla porta, mi alzai e andai ad aprire, era lui....

Pensai: “ ecco fatto, ora.....che gli dico...nooo sono ancora in pigiama, e non ho neanche il reggiseno...che figura di m..”

Dopo qualche attimo di imbarazzo presi coraggio:

Ciao Andrea, Marco non c'è, è fuori con la squadra, non ti aveva avvisato?”

Andrea: “è vero....chissà dove ho la testa!”

Rimase comunque sulla porta e sembrava aspettare un mio invito ad entrare.

Io: “bo, vuoi qualcosa? Non so un bicchiere d'acqua, una coca?”

Andrea: “dai una coca la bevo molto volentieri!”

Presi la coca dal frigo, e ci sedemmo in salotto.
Bevve un sorso e appoggiò il bicchiere sul tavolo, mi fissava e non parlava.
Dopo circa un minuto, un minuto e mezzo gli chiesi:
ma...che hai? Stai poco bene”

Lui non rispose, allungò la mano e mi accarezzò la gamba sinistra, sorrise.
Io ero irrigidita, un misto tra paura ed eccitazione, tra imbarazzo e soddisfazione, arrossii.
La sua mano si mosse, si infilò sotto la mia maglia e salì sino al seno, i mie capezzoli erano dritti come spilli, lui li toccò, prima uno poi l'altro, continuava a tacere, e sorrideva malizioso.
Le mie titubanze avevano lasciato spazio al desiderio.
Mi sentivo ribollire, avevo gli occhi socchiusi, mi stuzzicavo le labbra ruotando dolcemente la lingua.
Ad un tratto mi decisi, staccai le spalle dallo schienale del divano e con la mano destra cominciai ad accarezzarlo nel basso ventre, lui gradiva e il gonfiore aumentava rapidamente. Poco dopo infilai la mano dentro i suoi pantaloni, cominciai la masturbazione.
Sentivo il suo respiro affannarsi, mi inginocchiai di fronte a lui, gli sfilai i pantaloni della tuta, e finalmente potevo vedere quello che da anni desideravo.
Era enorme, turgido e venoso, lo leccai.
Dopo qualche minuto mi alzai, mi tolsi rapidamente pantaloni e mutandine, salii sopra di lui e cominciammo finalmente a fare sesso.
Mi penetrò facilmente anche perché ero molto bagnata.
Sentivo il suo fallo arrivarmi quasi in gola, era sicuramente il pene più grosso che avevo mai provato.
Ansimavamo.
Poco tempo dopo, inaspettatamente, riacquistò il dono della parola, ed esclamò: “si dai, brava.....ohoh, attenta vengo!”
Mi alzai di scatto, appoggia il mio pube sul suo addome scolpito, mentre lui si masturbava con la mano sinistra e venne.
Il suo sperma era tantissimo, fino a qual momento non avevo mai visto una cosa del genere, uno schizzo che sembrava un fontana, tanto che alcuni gocce mi arrivarono fino sulla nuca.

Rimase qualche istante seduto con gli occhi chiusi, io sopra di lui, cercai di baciarlo ma lui mi scostò, si rivestì e senza salutarmi se ne andò.